GATTO ERGO SUM (Mursia) di Federica Sgarbi e Set

mercoledì 16 febbraio 2011

MOLTO RUMORE PER QUALCOSA. ANZI PER TANTO.


Shakespeare diceva"molto rumore per nulla".

Ma, il rumore, le proteste, le denunce - qui lo abbiamo sempre detto - possono fare la differenza.

Sicuramente, l'hanno fatta per le centinaia di balene risparmiate, da oggi, grazie agli attivi "NO" degli animalisti alla caccia giapponese.
Un evento prezioso che fa ben sperare.

Da La Zampa.it del 16/2

"Il Giappone sospende la caccia alle balene
Lo stop dopo le polemiche e i blitz in mare degli ambientalisti di Sea Shepherd


La caccia asfissiante ai cacciatori di balene si è dimostrata vincente: gli ecopirati di Sea Shepherd hanno spinto il Giappone ad annunciare un’inusuale sospensione, la prima del suo genere, dei programmi di pesca nelle acque dell’Antartico a causa delle "rischiose proteste".

«Garantire la sicurezza è una priorità e per il momento le navi hanno sospeso la caccia a fini scientifici. Ora stiamo valutando cosa fare», ha reso noto in giornata Tatsuya Nakaoku, funzionario dell’Agenzia della pesca nipponica, secondo cui il rientro anticipato della flotta «è un’opzione» che, con il passare del tempo, diventa sempre più verosimile.

Le interferenze degli attivisti di Sea Shepherd erano ormai diventate più insistenti e avevano causato il totale disappunto in Giappone, uno dei tre Paesi al mondo dove la caccia ai cetacei è permessa per «l’importante tradizione culturale». Tre navi dell’associazione fondata da Paul Watson, incluso l’intercettore superveloce Gojira (il nome giapponese del mostro cinematografico Godzilla), avevano individuato le baleniere nipponiche, tallonando e isolando l’ammiraglia Nisshin Maru per dare il via alla battaglia nell’oceano tra getti d’acqua, funi gettate in mare per imbrigliare le eliche e lancio di fumogeni.

«La caccia alle balene per fini scientifici condotta dalla Nisshin Maru è stata sospesa per garantire la sicurezza della flotta, inseguita dalle unità della Sea Shepherd dallo scorso 10 febbraio», ha dovuto ammettere oggi il portavoce del governo di Tokyo, Yukio Edano, che in una conferenza stampa ha espresso «pieno rammarico» per l’attività pericolosa degli ecopirati. Watson, da parte sua, ha manifestato «piena soddisfazione» per l’esito della campagna ’nessun compromessò e, a bordo dell’ammiraglia Steve Irwin, ha detto di «ritenere chiusa la stagione di caccia nipponica, in netto anticipo. Loro sanno che non sono saranno capaci di uccidere altre balene ed è probabile decidano di gettare la spugna». La flotta giapponese è stata spinta a «2.000 miglia a est dall’area di caccia alle balene», vicino alle acque del Cile su una rotta non seguita dai cetacei.

Il Sol Levante ha introdotto il concetto di «caccia ai fini scientifici» per aggirare la moratoria internazionale del 1986, sostenendo di aver diritto a valutare l’impatto delle balene sull’industria della pesca. La flotta nell’Antartico, composta da un equipaggio di 180 persone su quattro navi, aveva lasciato il Giappone lo scorso anno con il proposito di catturare 850 balenottere minke entro fine marzo: un obiettivo velleitario, visto che già nello stesso periodo del 2010 il target raggiunto era di 506 unità a causa delle difficoltà nelle attività e degli scontri diplomatici con Nuova Zelanda e Australia. Canberra ha di recente denunciato Tokyo al tribunale dell’Aia per fermare la caccia nel ’santuariò dell’Antartico, mentre un attivista neozelandese di Sea Shepherd, Pete Bethune, è stato condannato a luglio in Giappone a due anni di carcere con la sospensione della pena per l'assalto di inizio 2010 a una delle baleniere nipponiche. "

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